Le Tavole Eugubine
Audioguida (164) Circa il loro luogo di rinvenimento e il loro numero, la fantasia di coloro che ne hanno tramandato la storia si è alquanto sbizzarrita. Secondo un anonimo cronista del XVII secolo sarebbero state trovate vicino alla chiesa di San Francesco, "in una grandissima sala sotterranea pavimentata di finissimo mosaico, con le pareti coperte di marmi e ornate di colonne di vari colori, e le nicchie piene di statue di rame. Dicono che questa sala era nel Palazzo Regio. Li furono trovate le XII Tavole". Secondo il Concioli, il Picotti, il Bréal, il Lucarelli furono trovate in una camera sotterranea con pavimento a mosaico riccamente decorato, vicino al Teatro Romano. Secondo altri infine furono trovate a Scheggia, paesino a pochi chilometri da Gubbio, nelle vicinanze di un tempio dedicato a Giove Appennino. Convalidano questa loro tesi con il fatto che Paulus Greghori (colui che vendette le Tavole al Comune) era di Sig.a, e Sig.a per costoro era l'abbreviazione di Sigia o Schigia, equivalente a Scheggia. Ma Paulus Greghori sclavo, ex funzionario dei podestà di allora, probabilmente cessato il suo ufficio, si accasò a Gubbio; era di Signa de partibus Sclavonie. Quindi Sig.a non è Scheggia, ma una città slava. Infatti Signa, oggi Sinij, è una cittadina vicino a Spalato, al confine con la Bosnia. Circa il numero delle Tavole Eugubine, l'anonimo appena citato, tramanda che fossero 12. Leandro Alberti in Descrittione di tutta l'Italia, Antonio Concioli nella Prefazione agli Statuta Civitatis Eugubii, Francesco Picotti nella Storia di Gubbio, manoscritta, tramandano che fossero 9. Paulus Merula in Cosmographia generalis, tramanda che fossero 8. Molti altri, più realisticamente, che fossero 7. Circa l'anno dei loro rinvenimento non si hanno notizie sicure. Esiste un solo documento certo inerente alle Tavole Eugubine. Da questo atto, intitolato "Emptio certarum tabularum eburnearum facta per Comune a Paulo Sclavo" apprendiamo che furono cedute al Comune di Gubbio da Paulus Greghori de Sig.a a nome proprio e in rappresentanza di Presentina, figlia dei fu Francesco Vici Maggi, e di Angela, sua moglie. L'atto di cessione, registrato nelle Riformanze di Gubbio dal cancelliere ser Guererius ser Silvestri Angelelli Manni de Campionibus porta la data 25 agosto 1456. In cambio di queste 7 Tavole di bronzo, il Comune di Gubbio cedeva per due anni i proventi della Gabella sui Monti e Pascoli (circa 40 fiorini d'oro) con inizio 1° gennaio 1457. Queste famose Tavole Eugubine, disposte in un determinato ordine successivo, codificato, sono conservate nel Museo Civico di Gubbio. Esse hanno le seguenti dimensioni:
• la I cm. 66 x 39
• la II cm. 64 x 39
• la III cm. 40x28
• la IV cm. 40x28
• la V cm. 47 x 35
• la VI cm. 87x57
• la VII cm. 87x57
Alcune (la I, la II, la V, la VI e la VII) sono scritte nelle due facciate, mentre la III e la IV sono scritte in una sola. Alcune (la I a/b, la II a/b, la III, la IV, la V a, e parte della b) sono scritte in caratteri derivati dall'etrusco, quando Gubbio ad un certo momento si inserì nella cultura etrusca, e sono databili tra il 200 e il 120 a.C. Le altre (la V b in parte, la VI a/b, la VII a/b) sono in caratteri latini, quando Gubbio subì l'influenza di Roma, e sono databili tra il 150 e il 70 a.C. Con il Rinascimento ebbe inizio lo studio di queste eccezionali epigrafi. Furono riprodotte con impressione solamente manuale nel 1530 per Leandro Alberti; poi nel 1613 l'eugubino conte Giavan Battista Cantalmaggi, con la stessa tecnica manuale, le riprodusse per Lorenzo Poltri di Pisa. Probabilmente la copia inviata al Poltri fu utilizzata dallo scozzese Thomas Dempster che si trovava a Pisa, dove scrisse tra il 1616 e il 1619 il De Etruria Regali, rimasto per lungo tempo inedito. Nel 1718 il vescovo di Gubbio, Fabio Manciforti, ebbe il permesso non solo di portare fuori del Palazzo dei Consoli le 7 Tavole Eugubine, ma anche di riprodurre alcune copie "mediante la soprescia", ossia una pressa meccanica. Di queste copie (quante?) ne furono inviate una al senatore Filippo Buonarroti, uomo di primissimo piano nella cultura dei Granducato di Toscana. Il Buonarroti veniva continuamente sollecitato dal bibliofilo inglese Coke a tradurre e pubblicare l'opera dello scozzese Thomas Dempster scritta tra il 1616 e il 1619, De Etruria Regali: cosa che fece nel 1723 con l'aggiunta di un supplemento "explicationes et coniecturae", in cui illustrò le 7 Tavole Eugubine e dette loro l'ordine di successione attuale. Dopo aver utilizzato queste copie, con probabilità ne fece dono all'Accademia Etrusca di Cortona che le conserva nel Tomo V dell'Atlante Antiquario. Un'altra copia fu donata al marchese Scipione Maffei di Verona, con delibera comunale dell'11 ottobre 1738, in occasione della sua venuta a Gubbio per vedere e studiare le Tavole Eugubine. Promotore di questo sopralluogo dei Maffei fu Annibale Degli Abbati Olivieri. Scipione Maffei aveva già scritto sulle Tavole Eugubine in Istoria Diplomatica, pubblicata a Mantova nel 1727; dopo la visione diretta, ne scrisse con competenza nel volume VI di Osservazione Letteraria nel 1737-1740. Un'altra copia difettosa è conservata nella Sezione dell'Archivio di Stato di Gubbio. Lunghissimo è l'elenco degli studiosi che si sono occupati dell'interpretazione delle Tavole Eugubine: Stefano da Cremona, Gabriel Gabrielli, Iustus Lipsius, Johannes Gruterus, Bernardinus Baldi, A.v. Skriek, Thomas Dempster, Filippo Buonarroti, Giovanni Vincenzo Capponi, Scipione Maffei, Aloisius Bourguet, Annibale Degli Abbati Olivieri, Johannes Baptista Passeri, Antonius Franciscus Gori, Aloisius Lanzi, Carolus Otofredus Muller, Richardus Lepsius, Christianus Lassen, G.F. Grotefend, S. Th. Aufrecht, A. Kirchoff, Huschke, Newman, Baker, Ariodante Fabretti, L.I.F. Janssen, G. Conestabile, Michael Bréal, Franciscus Bucheler, Bugge, Robert v. Planta, R.S. Conway, A. Ceci, 0. Nazari, R.G. Kent, A.v. Blumenthal, Goidànich, Ribezzo, Coli, Prosdocimi, Pallottino, Devoto, Moscati ecc. Le Tavole Eugubine contengono la descrizione dei riti religiosi che in occasione delle feste, le Bimestrali e le Cereali, dovevano essere seguiti con un particolare cerimoniale. Da questo lunghissimo testo poi apprendiamo notizie fondamentali per la storia eugubina, raggruppabili in due capitoli:
Il culto religioso a Gubbio
La struttura sociale e il territorio di Gubbio.
(Piero Luigi Menichetti)